Dopo Oliviero Toscani, anche il filosofo Massimo
Cacciari, in un messaggio alle promotrici della petizione, ha espresso sostegno
e condivisione per le ragioni della protesta. “La statua è di una oscenità
indescrivibile” – commenta Cacciari – “una cosa orrenda sotto tutti i punti di
vista. Pazzesco permetterne l'istallazione. Demolitela e stop!”
Hanno nel frattempo aderito alla petizione anche altri autorevoli esponenti
della cultura a livello nazionale. Tra le ormai quasi 1900 firme figura quella
di Francesca Zajczyk, consigliere comunale a Milano con delega alle Pari
Opportunità e docente di Sociologia all’Università di Milano-Bicocca, che ha
firmato la petizione dopo aver visionato le foto di Violata, aggiungendo in un
messaggio "Trovo la statua veramente inappropriata per l'obiettivo
iniziale".
Rincara la dose la scrittrice Sandra Petrignani, che aderendo alla
petizione commenta: "E' una statua volgare e bruttissima che danneggia la
causa cui sostiene di voler rendere omaggio. Le donne sono indignate, mi sembra
un motivo sufficiente per rimuoverla." Si aggiungono al coro di dissenso
contro Violata anche le firme delle note scrittrici Lara Cardella e Chiara
Valentini e della giornalista Monica Lanfranco (Il Fatto Quotidiano). Una
mobilitazione di importanti nomi della cultura a livello nazionale, quindi, di
straordinaria ampiezza e trasversalità, a sostegno della petizione avviata per
richiedere la ricollocazione della statua Violata in un’altra sede, anche
museale, l’eliminazione di ogni riferimento alla lotta alla violenza di genere
che la statua non riesce evidentemente a veicolare, e la sua sostituzione con
un’altra opera da selezionarsi attaverso un concorso di idee aperto e
trasparente.
La petizione resta aperta, per testimoniare il crescente dissenso verso gli
esiti negativi dell’operazione Violata, come proseguono le iniziative di
protesta volte a incentivare una riflessione sul tema della violenza di genere
e un ripensamento dei suoi termini simbolici: a questo scopo è stato anche
indetto un concorso di idee, promosso dall’Associazione Associazione Creativa
Oneiroi di Ancona, dal titolo “Ridisegnamo Violata”.
Le proteste non si fermeranno finché i candidati a sindaco di Ancona non
avranno risposto ai quesiti sulla questione inviati nelle scorse settimane
dalle promotrici della petizione, e finché la Commissione Pari Opportunità
della Regione Marche non si dichiarerà disponibile a un confronto aperto ed
effettivo sulle ragioni e sulle proposte concrete avanzate nelle due lettere di
protesta inviate che, lo ricordiamo, non hanno ricevuto la benché minima
risposta di merito, se non il rifiuto comunicato a mezzo stampa di ricollocare
l’opera. Riteniamo tale atteggiamento assolutamente inaccettabile da parte di
un organismo che sarebbe deputato a promuovere l’inclusione e la tutela delle
diverse opinioni e delle manifestazioni di dissenso civile come la nostra,
soprattutto in considerazione del fatto che alla protesta hanno aderito diverse
donne vittime di violenza a cui l’operazione Violata sarebbe stata dedicata e
con le quali una Commissione Pari Opportunità regionale dovrebbe sentire
naturalmente il bisogno e anzi l'urgenza di dialogare.
Firmatarie: le promotrici della petizione Cristina Babino e Alessandra
Carnaroli
edito da Corriere Adriatico Ancona
giovedì 9 maggio 2013
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.