Il monumento viene inaugurato sabato scorso, 23 marzo. Artista e committenti spiegano in questo video motivazioni e soddisfazioni. Alla cerimonia viene letto anche un messaggio inviato dalla neo-presidente della Camera Laura Boldrini, che vive a pochi chilometri dalla statua.
Lo sconcerto tra i presenti è grande. La statua, che si chiama "Violata" ed è alta due metri e venti basamento escluso, rappresenta con minuzioso realismo una donna dagli abiti lacerati che guarda fieramente avanti a sè e stringe nella mano sinistra una borsetta stile Kelly, mentre la mano destra è distesa con le cinque dita aperte. Se il fronte lascia già perplessi, il retro è indimenticabile: i drappeggi coprono tutto il torso e le cosce ma lasciano in bellavista le natiche (sopra).
Inevitabilmente i media e i social network cominciano a interessarsi alla vicenda. Alcuni siti web rilanciano e c'è anche chi scrive una lettera aperta all'autore. Un gruppo di donne crea su facebook l'evento Per la rimozione della statua "Violata" che in un paio di giorni ha quasi 400 partecipanti. Tra i commenti c'è chi scrive che "Violata" è un monumento allo stupro. Qualcuno spinge l'analisi semantica fino al significato del tunnel sullo sfondo, ma tralasciamo. Stamattina escono articoli sulle edizioni locali de Il Resto del Carlino e de Il Messaggero. Anche il TG3 regionale si occupa della questione.
Manca ancora quel piccolo step mediatico perché la notizia arrivi ad assumere una dimensione nazionale. Visto l'andazzo, non sembra ci vorrà molto. Poi a seguire aspettiamoci Le Jene, Il Gabibbo, Sortino, magari persino l'artista invitato nel salotto domenicale della D'Urso. Ah, dimenticavo: ovviamente nel dibattito è già intervenuto anche Sgarbi.
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